LETTERA APERTA A DON LUIGI CIOTTI di Albertina Soliani

LETTERA APERTA A DON LUIGI CIOTTI, NEL GIORNO DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO

Caro Don Luigi,
da Casa Cervi ti mando l’abbraccio più affettuoso e una sola parola: resisti.
Resistiamo insieme.
I sette fratelli Cervi hanno scelto di resistere nel momento più difficile, quando ogni speranza va perduta. Loro non si sono rassegnati. Noi non ci rassegniamo.
La ‘ndrangheta è anche qui da noi, ha violato la Terra dei Cervi. La sua azione svuota il senso della comunità, che qui ha sempre avuto un senso particolare. Le mafie lavorano solo per sé, nell’ombra e nei chiaroscuri della legalità incompiuta. Toglie la speranza di sviluppo, di progresso, di trasparenza, di giustizia sociale. Toglie il lavoro, mentre finge di elargirlo. Le ‘ndrine si sostituiscono allo Stato, che loro chiamano “sbirri”, perché le istituzioni sono la negazione stessa del loro potere.
Siamo stati con te e con Libera in questi giorni, trasformando un luogo di morte e di sopruso, il poligono di tiro dove i Cervi ed altri antifascisti sono stati fucilati, in un luogo di “bellezza e speranza”. Come tu ci hai esortato a fare. Lo abbiamo fatto insieme a tanti studenti, che hanno abbracciato la memoria così come il nostro Tribunale dove si sta celebrando il Processo Aemilia. Un luogo e un tempo, qui e ora, decisivo per il nostro riscatto. Come ha detto, proprio in queste ore, la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi.
Non conosciamo solidarietà migliore dell’invitarti ad un nuovo grande abbraccio con il popolo di Casa Cervi, il prossimo 25 aprile. Qui, nel luogo dove, ha scritto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita lo scorso gennaio, “il ricordo e la riconoscenza si fondono per la speranza e il futuro del nostro Paese”. Questa è la tua casa, la casa dei partigiani della legalità.

ALBERTINA SOLIANI
Presidente Istituto Alcide Cervi

 

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