Cari Amici_di Albertina Soliani

10 Dicembre 1948 – 10 Dicembre 2019
71° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Cari Amici, il 10 dicembre è ormai un giorno di luce nel susseguirsi dei giorni di un anno. In quel giorno, settantun anni fa, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava e proclamava la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Un preambolo, e 30 articoli, che dicono le parole più umane mai pronunciate sulla terra a nome di tutte le Nazioni. Le parole dell’intera umanità. Solo tre anni prima, il mondo usciva dall’inferno della seconda guerra mondiale, e dell’Olocausto, l’espressione più grande della disumanità.
I popoli del mondo, i sopravvissuti, scrissero ciò che ritenevano essenziale per una nuova convivenza umana, più saggia, giusta, pacifica.

Quel testo fu pubblicato non solo nelle lingue ufficiali della Nazioni Unite, cinese, francese, inglese, russo, spagnolo, ma in quante altre lingue fosse possibile, usando ogni mezzo a disposizione.

Quella dichiarazione era la porta aperta sul futuro dell’umanità. Veniva da una storia millenaria, dalle civiltà più antiche del mondo, attraversava i secoli passando per la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America nel 1776, per il secolo dei Lumi, per le parole della Rivoluzione Francese, libertè, egalitè, fraternitè. In quei mesi, tra il 1946 e il 1948, nascevano anche le Costituzioni democratiche in Europa.

Un sentimento nuovo, un ideale comune attraversava i continenti e cambiava la storia dell’umanità. I sopravvissuti esprimevano le sole parole che rimanevano in piedi dopo tante macerie materiali e morali, dopo tanto orrore e barbarie, dopo infinite sofferenze: la dignità dell’uomo e della donna, la libertà, l’uguaglianza, la pace. Parole che diventavano diritti, da tutelarsi in ogni sede.

Dopo una così grande svolta, a settantun anni di distanza dobbiamo domandarci qual è stato il cammino di questi decenni, a che punto siamo ora.

Cari Amici, oggi sappiamo molto di più. Sappiamo che nel mondo questi valori hanno aperto nuovi cammini per i popoli, e sostenuto la via della democrazia in molti continenti. Sappiamo anche che di nuovo, in ogni tempo e in ogni luogo, questi diritti sono misconosciuti, calpestati, ignorati. In ogni parte del mondo donne, uomini, bambini sono violati nella loro dignità e nella loro speranza di vita.

Noi sappiamo che i valori vivono non solo nei libri o nelle immagini ma solo se le persone li fanno vivere. Oggi, forse più di ieri, rimane aperta davanti a noi una domanda radicale: sopravviverà l’umanità? Oggi siamo consapevoli che la vita futura del mondo sarà umana soltanto se la dignità di ogni persona sarà la bussola dello sviluppo, dell’economia, della vita sociale, dei rapporti tra le Nazioni e tra gli Stati.

Settantun anni dopo debole è la politica, deboli gli organismi internazionali, debole è l’ONU, ma mai come oggi è forte e diffusa nel mondo la domanda di amore e di pace. Lo dicono le sofferenze che in ogni istante ci raggiungono attraverso i mezzi di comunicazione, lo dice la domanda di spiritualità che sale dalle coscienze, lo dicono le piazze non violente e piene di fiducia che in tutto il mondo non possono accettare passi indietro dopo gli altissimi prezzi pagati per un mondo nuovo. Lo dicono i giovani, in prima fila per il futuro del pianeta e della loro vita.

Cari Amici, i diritti umani sono oggi tutti davanti a noi. Una volta proclamati, chiedono di essere vissuti.

In quel giorno, settantun anni fa, si compivano per me i miei primi quattro anni di vita. Quella bambina è cresciuta con la democrazia e con la pace sul fondamento della Dichiarazione Universale e delle Costituzioni. Posso dire che la mia vita è nata con loro e l’ho vissuta grazie a loro.

Oggi il mio impegno continua sulla stessa strada. Da Casa Cervi, dove una famiglia ha dato la vita perché noi potessimo vivere.

Mentre leggerete queste righe io sarà a L’Aia, vicino ad Aung San Suu Kyi, chiamata a rappresentare il Myanmar alla Corte Internazionale di Giustizia sulla vicenda dei musulmani del Rakhine, sui diritti umani in quell’area. Quanta sofferenza, quanta violenza, quanti interessi, quanta manipolazione. Dov’è la politica? Dov’è l’etica? Dov’è il dialogo che riconosce l’altro?

Cari Amici, ciascuno di noi è interpellato ogni giorno. Esserci, oggi, con tutta la nostra umanità, non è utopia, è semplicemente il nostro dovere morale.

Perché l’umanità possa vivere continuando a credere nei valori umani universali.
Che la fiducia ci accompagni sempre.
Sono con voi.

Albertina Soliani

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