Un ricordo di Corrado Corghi (di Albertina Soliani)

Le persone della mia generazione hanno avuto la fortuna di avere dei maestri e dei testimoni.

Per me Corrado Corghi è stato uno di questi.

Reggiano e insieme cittadino del mondo. Cattolico e insieme laico. Sempre aperto al confronto e al dialogo. Ha messo a disposizione la sua acuta intelligenza e il suo coraggio politico per gli obiettivi più arditi. Non ha avuto paura di affrontare sistemi politici quasi inaccessibili con il patrimonio di valori cristiani. Altri, come lui, in quegli anni hanno aperto vie nuove alla Chiesa e al mondo. Come Giorgio La Pira.

Gesti e parole suoi che scandalizzavano coloro che volevano vivere tranquilli nei loro recinti. Guardando a lui noi giovani capivamo che si poteva osare di più, che si doveva osare di più. Con la sua esperienza di partigiano nella Resistenza aveva già tracciato la sua strada. Resistente per sempre.

Albertina Soliani

Presidente Istituto Alcide Cervi

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Nel ricordare Luigi Cervi, scomparso poche ore fa, non si può che partire dal suo sguardo timido e buono, che scrutava con attenzione e osservava con capacità di lettura. Di poche parole, precise e puntuali. Da quel sorriso accogliente e schivo che ha sempre messo tra sé stesso e l’umanità, tra la sua persona e la storia di cui faceva parte. Aveva un modo tutto suo per esserne orgoglioso, per essere un portatore fiero; eppure, discreto della vicenda Cervi, con tutto quello che era diventata, e che rappresenta oggi.