Descrizione
Il nome e l’attività antifascista di Lucia Sarzi sono ben noti a chi ha letto I miei sette figli di Alcide Cervi o ha visto I sette fratelli Cervi di Gianni Puccini. A lei si deve molto del radicamento della rete clandestina che, tra case di latitanza, antifascisti e partigiani, rese possibile la Resistenza in Emilia. Attrice itinerante, giovanissima (era nata l’8 novembre 1920) entrò in contatto con i comunisti di Parma nell’estate 1940; nel novembre 1941 la famiglia Cervi scoprì lei e il suo pensiero antifascista grazie, appunto, al Teatro in cui recitava; nel 1943 accompagnava Giorgio Amendola nel suo percorso clandestino nel nord Italia e collaborava alla stampa e alla diffusione de l’Unità.
Le lettere che Lucia si scambiò con un gruppo di giovani di Lentate sul Seveso fra la fine del 1938 e l’inizio del 1940, conservate all’Archivio centrale dello Stato perché sequestrate dalla polizia, ci aiutano a comprendere la formazione culturale e politica di una ragazza di 18-19 anni e a collocare in quei mesi le radici del suo antifascismo e della sua attività clandestina.
AUTORI
Laura Artioli
Laura Artioli lavora nell’ambito socio-educativo e nella ricerca storico-antropologica. Tra i suoi libri ricordiamo Paura non abbiamo. L’Unione donne italiane di Reggio Emilia (IBC, 1993) e Storia delle storie di Lucia Sarzi (Corsiero, 2014) e Con gli occhi di una bambina. Maria Cervi, memoria pubblica della famiglia (Viella, 2020).
Luciano Casali
Luciano Casali è stato docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna. Fra le molte pubblicazioni ricordiamo la riproposizione de I miei sette figli di Alcide Cervi (Einaudi, 2010), Identikit della Resistenza. I partigiani dell’Emilia-Romagna (Clueb, 2011).
INDICE
- Laura Artioli, Lucia Sarzi, «una strana ragazza»
- Luciano Casali, La doppia scoperta delle lettere
- Laura Artioli, «Voi siete la fonte. Siate inesauribile»
- Lettere (1938-1940)
- Appendice
- 1. Relazione del prefetto di Alessandria
- 2. Verbali di interrogatorio di Lucia Sarzi