Il paesaggio nel rapporto città-campagna
Istituto Alcide Cervi, Gattatico (Reggio Emilia)
Agosto 2020
Direttore: Rossano Pazzagli
Comitato Scientifico:
Mauro Agnoletti, Gabriella Bonini, Emiro Endrighi,
Rossano Pazzagli, Saverio Russo, Carlo Tosco
Presentazione
La Scuola di Paesaggio intitolata a Emilio Sereni, importante storico del paesaggio agrario italiano, è una delle più consolidate esperienze formative sui temi paesaggistici. Allestita nella sede dell’Istituto Cervi, dove è conservato anche il patrimonio librario e archivistico di Sereni, essa costituisce una feconda occasione d’incontro fra università, scuola e governo del territorio. Con una impostazione pluridisciplinare, la Scuola è rivolta a coloro che sono impegnati nei diversi campi dell’istruzione e della formazione, della ricerca, dell’amministrazione pubblica, delle professioni, dei musei e dell’associazionismo culturale e ambientale. L’edizione di quest’anno, dedicata a “Il Paesaggio nel rapporto città-campagna”, riprende un tema classico della storia italiana per affrontare la crisi delle relazioni tra mondo rurale e mondo urbano e per elaborare strategie e linee di intervento finalizzate alla necessaria ricostruzione di questo rapporto, che trova nelle dinamiche del paesaggio una delle espressioni più eloquenti.
Inquadramento del tema e obiettivi
Il paesaggio è l’esito visibile dei processi storici di territorializzazione, nei quali l’interazione città- campagna assume un ruolo determinante. Nel corso del tempo queste due componenti territoriali fortemente distinte (la campagna e la città) hanno dialogato tra di loro, producendo paesaggio: i circuiti del lavoro e del cibo (cioè dell’energia), con i loro profondi risvolti culturali e politici (cioè del sapere e del dominio), sono stati gli elementi base di questa relazione incessante e problematica, economica e antropologica al tempo stesso, ma anche filosofica e religiosa. La storia ci dice che spesso l’urbano ha matrici rurali e viceversa (Sereni parlava di “supremazia”).
Il rapporto città-campagna è un tratto caratteristico della storia d’Italia. Anche i divari regionali, spesso ricondotti ad una visione dualistica nord-sud, riflettono il diverso grado e modalità di tale rapporto, che si è rivelato nettamente più marcato e duraturo al centro-nord, più flebile (anche se non assente) nel Mezzogiorno. La città ha significato presenza di una molteplicità di funzioni sul territorio, autonomia politica e vicinanza (Italia comunale) o lontananza (Italia meridionale) del potere, organizzazione di contadi e di sistemi agricoli in funzione dell’approvvigionamento alimentare e un frequente contatto culturale degli abitanti della campagna con la vita urbana.
Profondi legami che non hanno impedito una chiara distinzione dei ruoli e dell’immagine urbanistica. In un sistema unico, la città doveva fare la città e la campagna la campagna. Il paesaggio rifletteva questa diversità. Per stare insieme e perché il sistema funzionasse i ruoli dovevano essere chiaramente distinti e come tali percepiti. Contavano le relazioni e l’integrazione delle funzioni. E da queste derivava l’organizzazione, più o meno resistente, del paesaggio, “l’orma visibile” di cui parlava Sereni.
L’urbano e il rurale, che compongono da secoli l’identità profonda di molte regioni italiane e non solo, avevano imparato a dialogare, diversi ma insieme, mentre nell’età contemporanea questo rapporto si è venuto affievolendo; si è perso anche il confine fisico (le mura) tra la città e la campagna e il dialogo ha preso altre forme, talvolta interrompendosi del tutto. La dispersione urbana non si è verificata soltanto intorno alle grandi città, ma anche in molte aree del Paese, sommandosi all’abbandono delle zone interne. Con i processi di industrializzazione e di globalizzazione, la progressiva distruzione del locale e del rurale ha determinato un bypass: la città sembra poter vivere senza la sua campagna e la campagna può morire senza più alcun rapporto con i centri urbani di riferimento. Non si è trattato solo di una crisi dell’urbanistica, ma della fine di un modo di intendere la politica, della capacità dei pubblici poteri di dare risposta al disagio per la condizione urbana e del territorio. Per questo appare necessario superare la contrapposizione e costruire (o ricostruire) un’alleanza tra città e campagna. Nuove relazioni devono essere prodotte, non in senso gerarchico ma funzionale, che partano dal cibo, dal tempo libero, dal paesaggio, dagli stili di vita… con l’obiettivo d progettare un nuovo circolo virtuoso, che rimetta al centro l’agricoltura e i legami tra la multifunzionalità rurale e i contesti urbani e che si rispecchi nella qualità del paesaggio come contenitore di armonie, anziché di separazioni.
Organizzazione della Scuola
Affrontando questi temi, la Scuola di paesaggio non si limita all’orizzonte scientifico e didattico, ma intende essere un punto di riferimento per le politiche – locali, regionali, nazionali – al fine di una pianificazione orientata alla salvaguardia del paesaggio agrario, tramite la ricostruzione delle trame storiche e il governo ragionato delle trasformazioni, per evitare ogni ulteriore riduzione di suolo fertile, che costituisce una risorsa limitata ed essenziale per la produzione di beni alimentari e per la salvaguardia dei caratteri delle identità locali, promuovendo un ruolo attivo delle comunità locali, una più avanzata collaborazione dei diversi livelli istituzionali e forme di partecipazione della popolazione al governo del territorio.
La XII edizione della Scuola «Emilio Sereni» propone dunque un percorso articolato con varie metodologie didattiche. Il piano formativo è articolato in una lectio magistralis iniziale, alla quale seguiranno tre sessioni di lezioni frontali con discussione dedicate a:
– La terra e la città. La città nasce dall’agricoltura (i “momenti genetici e le articolazioni strutturali” di Sereni), agricoltura nascita degli insediamenti urbani dall’antichità al medioevo; i contadi cittadini, la città che organizza (e domina) la campagna, il medioevo e il rinascimento…, il circolo agrario e la filiera alimentare.
– La campagna dentro le mura. L’età industriale, l’urbanizzazione, l’esodo rurale e la globalizzazione, la rottura del circolo, le agricolture urbane e periurbane, il mercato e i mercati; le trasformazioni da Sereni in poi, il consumo di suolo.
– Dalla città alla campagna. L’esplosione urbana, il punto di vista della città sulla campagna. Il paesaggio visto dalla cultura urbana, la crisi del modello urbano e i fenomeni del ritorno, funzioni urbane nella campagna, il rapporto città-campagna nei piani paesaggistici regionali; le reti urbano-rurali.
Attraverso le lezioni, i laboratori e le uscite didattiche, ciascun partecipante alla Scuola avrà la possibilità di approfondire e sperimentare, in una feconda interazione con gli altri allievi, i docenti e i tutor, letture e interpretazioni sul rapporto città-campagna nelle sue molteplici forme e nei suoi riflessi paesaggistici, con la finalità di arricchire il proprio profilo culturale, scientifico e/o professionale. Ulteriori opportunità di dibattito e di approfondimento sono costituite da iniziative collaterali (mostre, filmati, presentazioni di libri, colazioni e cene sociali, ecc.) che caratterizzano da sempre la Scuola “Emilio Sereni”, che viene così a configurarsi come una occasione di full immersion finalizzata alla trasmissione di conoscenze e alla formazione di competenze sulla didattica, la progettazione e le politiche del paesaggio come parte significativa della più ampia sfera di governo del territorio.