Non sarà un inverno freddo > 2 dicembre 2017

Il libro
Olmo è poco più di un ragazzo, un contadino. Olmo desidera la libertà. Olmo ama Clelia di un amore contrastato e struggente,  e a maggio del 1944, in piena occupazione nazista, decide di unirsi ai ribelli della Resistenza, sulle montagne al confine tra Parma e Reggio. Inizia così un viaggio che ci trasporta, attraverso quello che succederà da lì in poi, sulla superficie delle linee generali della Storia in cui oggi siamo tutti, chi più chi meno, isolati.  Ma la storia di Olmo spacca questa superficie  e ci trascina a picco nella memoria personale, quella vera, quella che fa male.
Viviamo con lui, respiriamo e speriamo con lui, soffriamo in un magico crescendo emotivo che tocca il profondo, fino a farci tremare, e chiedere ma come è potuto accadere. Perché il generoso Olmo che ama e combatte, viene fatto prigioniero e mandato a Mauthausen,  nella perversione assoluta.  Olmo cerca di sopravvivere, e mentre il suo corpo si consuma cerca di proteggere nella sua mente immagini di momenti felici: il camino di casa, i genitori, Clelia che non può avere ma che nessuno gli può impedire di amare, il suono di un’armonica, uno sguardo, un minuscolo gesto.
Dopo la liberazione torna a casa in un viaggio dove la sua debilitazione è così grande che le pagine del libro diventano pesanti, da sfogliare. Olmo è a casa, conta chi c’è, e chi non c’è più. La voglia di vivere fatica a ritornare, sono troppo soverchianti tutte le cose che ha visto e vissuto. Ma Olmo è un eroe, e quello che fanno gli eroi è trasformare la propria tragedia in missione. Una missione che porterà avanti fino al suo novantesimo compleanno, e oltre, non cessando mai di raccontare, in prima persona, quello che è stato. Il testimone passa a noi, che dobbiamo liberarci dalla trappola della superficie che giorno dopo giorno diventa una parete monotona, insensibile.
“Non sarà un inverno freddo” è un libro che rompe la patina di una società che viaggia veloce sulla superficie, e ti lascia la grande scelta di vivere quei momenti, di diventare una parte vitale della memoria collettiva, e di tramandare nel futuro Libertà, Rispetto e Coraggio.
 
L’autore
Nicola Maestri nasce a Parma nel 1966. All’età di vent’anni si trasferisce a Sala Baganza sulle colline parmensi, paese dove tuttora vive. È un grande appassionato della montagna. Ama scrivere da sempre, è lì che si rifugia e trova l’equilibrio interiore. Custodisce ancora gelosamente le sue poesie raccolte negli anni. I temi della memoria sono parte integrante dei suoi racconti. È un inguaribile idealista. Sposato e padre di due meravigliosi figli: Giorgia ed Eugenio. Prima di “Non sarà un inverno freddo” ha pubblicato “Ti riporto a casa” (2014) e ” Qualcosa manca” (2015) tutti per Epika Edizioni.

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